ATTENZIONE! // NEW NOTICE!

Dolci&Parole si è trasferito su una nuova piattaforma web, vi aspetto tra i miei post e le mie foto su

Dolci&Parole Blog now is on a new web platform, you can continue to follow my post and pics here www.dolcieparole.altervista.org

THANK YOU EVERYBODY!!!

martedì 21 febbraio 2017

La gente è autolesionista: le belle cose non piacciono!

E oggi l'ennesima notizia che mi ha fatto mal sperare nuovamente nell'umanità. Sì, perché di umanità ormai è rimasto ben poco, ed è chiaro che al mondo esistono più autolesionisti che persone concrete. Una vera fiera della superficialità, insomma. Di cosa sto parlando? 
Ultimamente il web è in fermento per la nuova installazione naturale di Marco Bay (architetto naturalista, qui il sito web marcobay.it) collocata in piazza Duomo a Milano, un'opera che consisterebbe nel rievocare le atmosfere esotiche della Milano dell'800, anni in cui le Esposizioni Universali (Expo) avevano portato in Europa per la prima volta le piante tropicali e il ben amato gusto orientale. Un'incredibile novità per quel tempo e un orgoglio per gli esploratori e i botanici che avevano dedicato la loro vita a girare il mondo. Ancora oggi a Barcellona, e nello specifico nel Parco della Cittadella, risiedono alcuni splendidi padiglioni dell'esposizione del 1889 dove è possibile intravvedere al loro interno una folta vegetazione abitata da pappagallini. Davvero una vista suggestiva.



Ma torniamo al nord Italia. Insomma, l'intento di abbellire piazza del Duomo (per una durata di tre anni) invece che essere vista come un omaggio all'immagine di un periodo florido dove l'arte e la voglia di crescita persisteva nei cuori di ogni persona, è passata come una provocazione bella e buona. "E adesso mancano solo le scimmie" commentava su twitter Salvini giusto l'altro giorno, facendo riferimento alla struttura naturale dell'opera che consisterà non solo in palme ma anche in banani, arbusti, graminacee e piante perenni. Tutte piante capaci di resistere ad inverni rigidi. Marco Bay non è certamente uno sprovveduto, sa bene quel che fa, ed infatti commenta alle critiche:
Queste piante le potrei considerare come lombarde, perché vivono felici da più di cent’anni nei giardini segreti milanesi. E io ho voluto portare in città l’eleganza milanese di questi luoghi, eleganza che già Stendhal aveva ammirato e ricordato. Non ho fatto che compiere un gesto contemporaneo nel disporre le piante in questo modo. E poi è un allestimento che dura tre anni, non un giardino” 
e in particolar modo per quanto riguarda le palme:
“È una palma che cresce nei giardini milanesi. Vive a temperature rigide e sta qui da 100 anni: se ha superato 100 inverni…”

"Un'africanizzazione di Milano" scrivono tristemente altri. Commenti davvero poco opportuni, quasi razzisti, come se la nuova polemica sull'abbellimento della città avesse dato il via libera alla superficialità della gente. Perché sono davvero queste le cose serie. Gli stessi politici discutono animatamente della scelta sponsorizzata da Starbucks, sebbene sia stato dato il consenso per la costruzione dell'installazione. Ne parlano come un caso nazionale e i veri problemi cadono nell'ombra. Che fine hanno fatto i terremotati? La neve è stata spalata? Le persone sono in salvo e stanno bene? Ma ancora di più: verso quale disastro sta navigando l'Italia? A quanto pare i capitani di bordo si sono eclissati. Sono tutti a Milano, logicamente, vorrebbero abbattere le palme che non donano una bella immagine alla città. Anche se dovessero rimanere solo per tre anni, ma che ci importa? Loro non le vogliono le belle cose, la gente è autolesionista: quando accade qualcosa di interessante cercano subito di sopprimerla, perché non è a loro che appartiene. E come se non bastasse accade sempre qualcosa di nuovo che riesce a rinnovare lo scontento generale. Sì, perché qualcuno alla fine ci ha pure provato, capite? Qualche vandalotto di turno mascherato da supereroe notturno ha gettato fuoco sulle povere palme, così per fare un falò in febbraio. Sapete fa freddo, riscaldiamo l'aria, no?



Le belle cose non piacciono, ormai è risaputo. Tutto viene preso come un'opportunità per riversare le proprie frustrazioni, per fare polemica e per mettere in mostra l'alto quoziente intellettivo (già scarso, ahimè). La superficialità regna sovrana in uno stato in cui si fa a gara a chi ha più smog in città, a chi si veste meglio, a chi sperpera i soldi nelle peggio cose, a chi fa vedere il proprio cuore d'oro anche se sotto sotto è di piombo, a chi ha più amici su facebook che nella vita reale, a chi ha fintamente voglia di fare, a chi... (aggiungete voi quello che volete)
"Vivono felici in città da più di cent'anni. Ma purtroppo, ogni volta che parliamo di alberi si litiga sempre, sia quando vengono piantati, sia quando vengono tagliati".  
E stavolta sono le piante, domani chi sa.

Nessun commento:

Posta un commento

♡ Dolci&Parole può crescere solamente grazie ai vostri commenti, vi ringrazio di tutto cuore se vorrete scrivere qui sotto cosa ne pensate di questo post ♡

Consigliati


Grafiche e contenuti © ROBERTA DELLABORA DESIGN
Per info: dolcieparole@gmail.com