Oggi vi presento Sara Simoni e il suo romanzo
"L'innocenza del Serpente".
"L'innocenza del Serpente".
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Leggi una prima parte del libro Gratuitamente!
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"La prima volta che è venuta qui, pioveva.
Alba gliene aveva parlato la mattina, e la sera la ragazza si era
precipitata subito dopo cena. Le viene da ridere.
Avrebbe mai immaginato, quella stupida bambina di un tempo, che prima
o poi sarebbe venuta qui a pensare all’uomo di Alba?"
(Estratto dal libro)
Sara Simoni è nata nel 1992 a Cavalese, in provincia di Trento, ma da sempre vive nella provincia lombarda. Neolaureata in Lettere presso l’Università degli Studi di Milano, è appassionata di libri e storie. Nel tempo libero suona la chitarra elettrica e pratica il karate.
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1. L’innocenza del serpente è il tuo romanzo d’esordio; quanto tempo hai impiegato alla stesura del libro?
Sara risponde Dalla prima scintilla nella mia testa alla data di uscita
del romanzo è trascorso un anno e mezzo. I primi mesi sono stati dedicati al
lavoro preparatorio: creazione dei personaggi e definizione della trama. Gli
ultimi al lavoro di editing insieme alla Casa Editrice. La scrittura del
romanzo in senso stretto mi ha occupato per poco meno di un anno.
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2. Raccontaci un po’ dei personaggi principali, e come sono nati.
Sara Risponde La protagonista del romanzo si chiama Mia, ha
ventiquattro anni e dopo la laurea vive la crisi come molti suoi coetanei,
passando da uno stage all’altro. Mi interessava l’idea di costruire un romanzo
attorno a una figura apparentemente comune. Ho descritto alcune caratteristiche
di Mia prendendo ispirazione da una persona che conosco, ma il personaggio è
cresciuto e ha assunto presto una fisionomia propria; Mia è diventata così una
ragazza all’apparenza spavalda, ma con una grande fragilità dentro, con il
disperato bisogno di aggrapparsi a persone più mature. Soffre molto per
l’incertezza della propria situazione lavorativa e non riesce a considerarsi
ancora del tutto adulta.
Insieme a Mia è nato Valerio: quasi
cinquant’anni, un figlio quindicenne con cui non riesce a comunicare e un
divorzio alle spalle. La definizione della sua personalità è stata un’impresa
che ho trovato insieme ardua e dolcissima. È un personaggio a cui mi sento
molto legata dal punto di vista emotivo, forse perché nel corso della scrittura
mi sono accanita nel mettere in luce tutte le sue debolezze.
Alba è il capo di Mia e l’ex-moglie di Valerio.
Non compare mai come personaggio attivo nel romanzo, se non in un ricordo della
giovane protagonista: è attorno alla sua scomparsa che ruota il mistero. Ho
descritto la sua personalità attraverso il ricordo che ne hanno gli altri,
perciò a volte sembra incredibile che la donna di cui parla Valerio sia la
stessa cui pensa sempre Mia. La verità sul suo carattere e sul suo modo di
essere è destinata a essere sempre distorta dal giudizio degli altri, e trovo
affascinante l’effetto destabilizzante che questo fatto viene a creare.
L’ultimo tra i protagonisti a venire alla luce
è stato Leo. Credo che sia il personaggio cui i lettori possano affezionarsi
più facilmente: albino, si dà arie da duro, ma è dilaniato dall’odio e dal
dolore per un vecchio amore. È nato per ultimo, ma è stato la rotella
necessaria perché il meccanismo del romanzo funzionasse. Perfino il titolo è
legato a un episodio che vede Leo come protagonista.
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3. Com’è nata la scelta di scrivere un thriller?
Sara risponde Più che una scelta è
stata una necessità: avevo i personaggi, avevo le relazioni che li legavano, e
mi è parso evidente che il sentiero che potevano percorrere fosse solo quello,
un po’ tenebroso, del thriller.
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4. Sicuramente, scrivendo il romanzo, ci sarà stata una parte a cui ti sei più affezionata. Frasi, parole, attimi... raccontaci.
Sara risponde Ci sono stati brani che
ho scritto sull’onda dell’entusiasmo, altri che mi sono usciti dalla penna un
po’ più a fatica. Quando poi arriva il momento della revisione, capita di
rendersi conto che il prodotto dell’entusiasmo non fosse poi così brillante,
mentre quelle poche parole sudate costate sere intere alla lettura scorrono
lisce come l’olio. Ciò che provo nei confronti delle mie stesse parole può
essere molto mutevole, e dopo una revisione editoriale che ha toccato svariati
aspetti il mio punto di vista sull’opera è cambiato. Senza dubbio, però, una
scena a cui sono molto legata è il capitolo iniziale, in cui Mia e Valerio
prendono definizione. Anche i momenti che vedono come protagonista Leo e i
ricordi del suo passato mi sono rimasti nel cuore. Inoltre, ho provato un gusto
particolare nel descrivere gli ambienti della provincia lombarda, con le
strade, i boschi, il fiume che vedo tutti i giorni.
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5. Cosa distingue L’innocenza del serpente da altri romanzi? E in cosa, invece, assomiglia?
Sara risponde Penso che una peculiarità del romanzo risieda
nei personaggi, nella loro umanità, e soprattutto nell’ambiguità che li
contraddistingue: non ci sono buoni o cattivi, e, anche se alla fine il mistero
della scomparsa di Alba viene risolto, non c’è nessuno che possa uscire da
questa storia con le mani pulite e la coscienza a posto. Ho preferito evitare
una storia in bianco e nero per distribuire pennellate di grigio su tutti i
personaggi, nessuno escluso. Anzi, al termine del romanzo Mia riesce a maturare
e a liberarsi delle ultime spoglie di adolescenza accettando di essere, a suo
modo, colpevole.
Per il resto, l’impostazione generale del
romanzo ricalca quella di ogni libro di genere: un mistero, qualcuno che
indaga, indizi che con il procedere del romanzo fanno sospettare di uno o
dell’altro... non ho avuto un modello particolare cui ispirarmi; senza dubbio
molti stimoli hanno agito senza che nemmeno ne fossi consapevole.
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6. Quando scrivi prendi come riferimento uno scrittore in particolare, o ti ispiri ad un determinato libro.. raccontaci
Sara risponde In generale quando scrivo non mi ispiro a nessuno
in particolare. Leggo moltissimo e cerco di assimilare più che posso, ma quando
viene il momento di impugnare la penna preferisco evitare che a parlare sia la
scimmiottatura di qualche altro autore. Non penso certo che sia possibile
scrivere senza imitare, in un modo o nell’altro. Però l’imitazione viene da sé
e è connaturata alla storia. Cerco di far crescere una mia voce naturale, che,
valga quello che vale, è il frutto di una personale ricerca attraverso
sconfinate letture.
Un mio punto di riferimento, tuttavia, può essere individuato in Philip Pullman. Quando ero poco più che bambina mi sono appassionata alla sua trilogia fantasy “Queste oscure materie”, che ho riletto con molto piacere anche negli anni successivi. Io non scrivo fantasy e il mio stile è piuttosto diverso da quello di Pullman. Ma quello che vorrei ottenere dalle cose che scrivo è la capacità di suscitare nei lettori le stesse emozioni che la lettura di quei romanzi ha suscitato in me. La strada è ancora lunga, e non so se davvero un giorno riuscirò a raggiungere questo obiettivo; però se posso dire di sapere almeno dove voglio arrivare è solo grazie a una “Bussola d’oro”.
Ringrazio Sara per questa intervista
Ciao Roberta! Grazie di essere passata da me! Il tuo blog è molto carino, e raccoglie due delle mie più grandi passioni: dolci e libri! E' incredibile ^__^ Mi piace molto l'idea di unire ricette e recensioni. Bella idea :) Mi sono unita ai tuoi lettori fissi per seguirti meglio, mi farebbe piacere se ti unissi al mio blog, così da averti anche io tra i miei lettori. amicadeilibri.blogspot.it A presto!
RispondiEliminaCiao Roberta! Sei stata la mia 300esima follower! Non posso che ricambiare volentieri! Molto carino il tuo blog, vado a farmi un giro anche nel canale Youtube! *_*
RispondiEliminaSiii Cristina, ho letto 299 e non ho potuto cliccare su Unisciti a questo sito! ahah. Scherzi a parte, mi sono unita al tuo blog perchè è bellissimo, ovviamente!! un bacio e grazie, fammi sapere se ti piace il mio canale!!
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