Recensione
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Inutile dire che Dorotea De Spirito mi ha attirato più per la sua persona
che per i suoi libri. Insomma, come biasimarmi? Abbiamo la stessa età e entrambe
siamo state innamorate della boy band tedesca, i Tokio Hotel, di cui essa ha scritto anche una fan fiction che le ha
aperto le porte del mondo dell’editoria (e non una qualunque, ma la Mondadori, signori!).
Dream è il suo terzo libro,
con il quale si getta in un genere che non siamo soliti a leggere tutti i
giorni, almeno per quanto riguarda la narrativa per ragazzi, e dunque
adolescenti. Si, perché parliamo di sogni – e detto così sembra anche una
bellissima cosa – ma intendo sogni nel vero senso della parola, nel significato
onirico del termine. Questa scelta
molto coraggiosa, ha giocato molto a favore nel cuore dei lettori che
trovandosi di fronte una trama accattivante hanno voluto subito sapere di cosa
parlasse, poiché, chiunque alla fin fine, è attirato dal mondo dei sogni, quel
fantastico angolo del subconscio che porta la mente a viaggiare con l’immaginazione
attraverso scene, storie e vite diverse, capaci di sciogliere anche il
carattere più freddo e impassibile delle persone.
Senza poi considerare la bellissima
copertina che la Mondadori ha voluto creare per Dream, composta da questa
texture di un alone dorato (rievocante, in un certo senso, i quadri del pittore
Klimt, fine ‘800 inizio ‘900) e la
fotografia di un mezzo volto femminile avvolto in esso. Insomma, trama e
copertina, un connubio travolgente che è stato capace di svolgere il proprio
dovere: far comprare il lettore.
Purtroppo, però, la storia non
sembra aver riscosso così tanto successo, e in molti hanno notato come la trama
e tutto il filo logico conduttore, non porti da nessuna parte. Rimane un sogno,
nulla di più. La scrittrice ha voluto dare dei toni di carattere incisivi,
giocando, per esempio, sul nome della protagonista, Esperia di diciotto anni (nome
di una stella, come viene raccontato nei capitoli del libro), o facendo sì, che
la vita di quest’ultima fosse “interessante”, ponendola in un contesto maturo,
fatto di scelte e obblighi (come il dover frequentare la scuola) pur non avendo
di fianco la figura dei genitori; Esperia, infatti, nella storia si trova a
vivere da sola in un appartamento, e come unico riferimento vi è la nonna,
ormai troppo anziana per poter anche solo spiccicare parola.
La scelta di ambientare il più possibile le vicende nei sogni di Esperia, e
quindi, il voler raccontare attraverso questi la vita della protagonista, ha
giocato a favore; anche se dopo qualche capitolo a leggere costantemente di sogni,
e sogni, e sogni... si ha la sensazione che la storia stia prendendo una piega
quasi logorroica (perdonatemi il termine). Esperia è innamorata di un ragazzo
che ha conosciuto in un sogno, ma non uno qualsiasi, il cantante di una band
inglese, William Holden, e per questo spera ogni giorno che la sera giunga in
fretta per poterlo rincontrare nuovamente nel suo mondo onirico.
Una cosa importante da sottolineare è la parte romantica del romanzo: non
si tratta della solita storia d’amore sdolcinata, mielosa – da far cariare i
denti, in poche parole – ma ben sì di episodi sentimentali delicati, teneri e
suggestivi. Questa gliela devo a Dorotea De Spirito!
Riassumendo: Dream aveva tutti i presupposti per stendere una trama molto
intrigante, che sarebbe anche stata esaltata dalla scrittura scorrevole e ben
articolata dell’autrice, ma la sequenza narrativa e la scelta di voler colpire
a tutti i costi il lettore, ha fatto in modo che il romanzo cadesse quasi nel
banale, soprattutto alla fine, nel quale ci aspettiamo un finale carico di
colpi di scena, che, però, non arriverà mai.
VOTO: 2 stelle/su5

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- Dorotea De Spirito classe 1992. Frequenta il corso di laurea in Lettere Moderne all'università Cattolica di Milano.
Con Mondadori ha già pubblicato Destinazione Tokio Hotel(2008), Angel (2009), Dream (2011), Devilish (2012).
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