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sabato 21 gennaio 2017

L'ipocrisia del bookblogger, la mancanza di originalità e il blog personale.


Ultimamente ho dovuto vedermela con tante domande che mi ronzavano per la testa. Domande alle quale ho aggiunto una buona dose di riflessioni personali che vi presento in questo nuovo post. Il tutto è nato da una chiacchierata con la mia amica Cristina dell'omonimo blog Cristina Benedetti, che mi ha scritto qualche giorno fa totalmente rattristata dalla drastica situazione in cui il suo piccolo spazio virtuale sta andando a scemare: la più completa calma piatta. Il fatto è che ormai è passato qualche anno da quando ha deciso di aprire il suo amato blog, ha scelto di non adeguarsi alla massa e utilizzare una piattaforma diversa da Blogger, iniziando a gestire un vero e proprio sito di libri fatto e finito, acquistando il dominio. È tra l'altro anche scrittrice e dunque questa soluzione le stava proprio comoda, fin quando, dopo mesi a pubblicare post su post, a curare la grafica, ad interessarsi di molte cose, ha preso la decisione di cambiare e trasferirsi su Blogger come tutti. Vi sto raccontando la sua storia sperando di suscitare un interesse riflessivo a delle tematiche che ormai stanno vivacemente prendendo piede giorno dopo giorno, ovvero l'espansionismo virtuale e l'era dei blogger.
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Penso che aprire un blog sia lecito. 
Penso che essere blogger sia divertente e rilassante. Ma penso anche che non esista più personalità. 
Prendiamo ad esempio il mio status da bookblogger. Quando ho avuto questa idea del blog dove parlare di libri ero già un po' navigata e possedevo dunque già le esperienze necessarie a capire il perché lo stavo facendo e sopratutto il come. Infatti prima di allora avevo gestito il mio blog creativo Il giardino segreto, titolo che già mostrava la mia attitudine verso il mondo letterario di cui ora faccio pienamente parte. E sempre da allora avevo compreso una grande verità che al giorno d'oggi si è persa di vista, o meglio il bookblogger medio ha perso di vista: il blog è personale. Questo implica di fatto un carattere soggettivo (e non oggettivo) determinato dalla personalità di chi si pone d'innanzi ad un possibile lettore. Perché lo avevo compreso tramite il mio vecchio blog che poi non ho più utilizzato? Semplicemente per la sostanza. Il voler realizzare e mostrare le mie creazioni ad un pubblico voleva dire metterci del proprio, contenuti originali scaturiti dal mio ingenio, post che non si trovavano in altri blog, perché erano miei, punto e basta. Ed ora vi svelerò un'altra verità inconfutabile: la gente legge i blog per i contenuti.
Capite dunque quando dico che un blog è personale? Le argomentazioni che vengono proposte in un determinato blog riflettono la personalità del suo proprietario, e di conseguenza sarà dotato di un incentivo particolarmente rilevante e attrattivo. Cosa che non succede più quando parliamo dei blog odierni.


Certo, qualche anno fa aprire un blog sarebbe stata una novità molto interessante, un esperienza meravigliosa e gratificante. Eppure al giorno d'oggi ne esistono davvero tanti e i temi trattati altrettanto molteplici. Esistono blog di politica, moda, cucina... innumerevoli luoghi nascosti nel web che attendono di essere scoperti per quel che sono: fantastici dispensatori di passioni. Ma è qui che accade la tragedia: sono tutti uguali, poveri di carattere se non per la grafica che delinea un tocco di stile, nulla di più. La sostanza e il materiale rimangono gli stessi di tutti gli altri, specialmente in un blog volto a promuovere nuove letture. Bookblog senza alcuna ombra di originalità, post simili da blog in blog che mostrano le nuove uscite a fine commerciale, giveaway per attirare lettori che non leggono neppure i tuoi post... alla fine solo per collaborare con potenziali case editrici che sono ormai stufe di recitare la parte del nostro pusher di libri di fiducia, solo per vederci strisciare via mail a chiedere l'ennesima dose (una dose totalmente sana e genuina, per carità, ma sempre un vizio che in molti non riescono a controllare). E ci ritroviamo a scrivere recensioni, come se nessun altro lo facesse, a chiedere libri che non leggeremo forse mai, a specificare in due righe poste in fondo al blog che non occupiamo una testata giornalistica e pubblichiamo senza alcuna periodicità, ma creiamo comunque delle rubriche che rispetteremo inevitabilmente ogni mese, stesso giorno, stessa ora. La vera essenza del blogging si va a perdere perché questi luoghi comuni non sono ormai più blog personali, ma il mero riflesso di una società che non ha più nulla da dire. La passione così come la comunicazione, due fattori estremamente importanti, si sono dispersi per strada: mentre noi cerchiamo di emergere loro sono ancora a fondo, come macigni sul fondale di un vasto oceano. Non c'è più genuinità, non c'è più naturalezza.
Come Filippo Tommaso Marinetti scriveva nel punto 6 del Manifesto Futurista nel 1909: "Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali."  Un messaggio che cambiò completamente il modo di fare arte e introdusse idee innovative in quella che si prospettava a diventare l'era moderna.

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Spero di essere riuscita a diventare portatrice di un messaggio e di nuovi valori comunicativi. E visto che questo post si pone come spunto riflessivo, vi invito a condividere con me e con tutti qual è il vostro pensiero a proposito dei lit-blog e della stragrande mancanza di personalità. Prima di salutarvi, però, vi ricordo che potete trovarmi come sempre anche sui social (facebook, youtube, goodreads e twitter) e se vi va aggiungetevi ai followers. Inoltre sul blog Dolci&Parole c'è una novità: la nuova sezione Servizi dove metto a vostra disposizione la mia passione per la grafica, per realizzare blog, cover di libri, booktrailer e molto altro. Fateci un salto!

12 commenti:

  1. Come dicevo anche a Cristina, concordo sul fatto che ormai in molti aprano un blog solo per ricevere quella "dose" di libri gratis! Io sono in questo mondo da ormai quattro anni (mancano un paio di mesi, ma siamo lì!). Ho visto blog nascere, crescere e poi snaturarsi. Ho visto blog nascere e morire nell'arco di qualche mese. Ma la cosa che mi lascia sempre basita sono le mail che ricevo in cui mi si chiede come fare a contattare le Case Editrici, quali sono i modi per ricevere libri gratis. Faccio un giro, esploro, guardo i loro blog e trovo angoli con un paio di mesi di vita, tre o quattro post e giusto una decina di Followers! Mah... sarò strana io, ma penso che ci sia bisogno di un impegno maggiore e, soprattutto, di una diversa mentalità!
    Detto questo, giusto per farti capire a che livelli siamo, proprio l'altro giorno ho scoperto un blog che festeggiava il COMPLEMESE (capisci? Un mese di vita!) regalando libri a profusione con un giveaway! Indovina un po'? Oltre 100 lettori fissi! E secondo te, Roberta, quanta di quella gente leggerà effettivamente ciò che scriveranno?

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  2. Ciao Roberta!
    Ti posso dire com'è personalmente la mia esperienza in fatto di blogging - e se qualcuno capita sul mio blog di libri non può immaginare da quanto tempo io sia nella blogosfera.
    Ho un blog con questo nickname dal 2006 - i primi quattro anni su Splinder e, alla sua chiusura, mi sono trasferita su Blogger. Senza neanche riuscire a fare il trasferimento di post come era stato promesso, oltretutto.
    Il mio blog è sempre stato di natura personale e da quando sono su Blogger c'è da dire che comunque non l'ho mai pubblicizzato o cose del genere proprio perché appunto personale. Chi mi seguiva su Splinder magari ancora legge silenziosamente e a me va bene così.
    Circa un anno fa però ho pensato di aprire Some Books Are perché mi ero resa conto che il mio parlare di libri stava davvero prendendo un sacco di spazio all'interno del blog personale e così ho pensato di dargli uno spazio tutto suo.
    Sono d'accordo quindi con te nella parte dove affermi che si vedono post tutti uguali su tanti blog - personalmente, visto quanto ci metto a scrivere un post, non riuscirei mai a star dietro a tutti quei post di segnalazione sulle nuove uscite e sono anche fiera di affermare che quei 92 followers mi seguono evidentemente per quello che scrivo e non perché io abbia mai organizzato un giveaway.
    Ammetto di far parte anche io della schiera di blogger che al mercoledì hanno la rubrica del WWW Wednesday e su una cosa ti do ragione: quello è il post che riceve più commenti.
    Anche le mie recensioni ricevono commenti, ma dipende molto da quale libro è oggetto del post - e leggendo molto spesso in inglese o riportando recensioni di libri più vecchi che erano solo su Goodreads, molto spesso quei post passano in sordina.
    Però ehi, mi va bene così in fondo - non riuscirei mai a scrivere diversamente da come scrivo perché se nel mio blog personale i libri si stavano facendo spazio, è anche vero il contrario. Sabato scorso ho letto un post della prima blogger che ha scoperto Some Books Are quasi un anno fa - nel quale mi ha anche citata - e alcune delle sue osservazioni sono molto simili alle tue. Parlo qui dell'aspetto della personalità e quando recensisco un libro, io proprio non riesco a non farci rientrare anche la mia vita - i miei post non saranno mai sintetici o asettici.
    Si vede anche da questo commento e dalla mia tendenza a fare un monologo. xD

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  3. Ciao Roby, sono molto colpita da questo tuo articolo che, volere o volare, ho un po' ispirato io con la mia disavventura. Purtroppo, e dico purtroppo perché è una tristezza, sono d'accordo con te. Anche se rispetto ad altre blogger sono sulla piazza da poco, ho comunque quasi due anni di esperienza e quando ti ho scritto ero veramente a terra! Tengo tantissimo a questa mia passione e vedere che il mio vecchio blog era seguito (parlo di visite) ma non attivo per partecipazione e commenti mi amareggiava moltissimo. Come racconto nel mio articolo "Delirio di una giovane blogger" ( http://cristinabenedetti.blogspot.it/search/label/La%20mia%20scrivania ) mi sono demoralizzata ancora di più nel vedere che ottime blogger hanno lasciato i loro spazi, non parlo di persone che l'hanno fatto per qualche mese ma ragazze che si sono impegnate per anni. Mi dispiace dirlo ma è vero, ci sono blog bellissimi esteticamente ma vuoti di contenuti, pieni esclusivamente di pubblicità, blog tour e give away. Lo scopo è sempre lo stesso: ottenere visibilità e libri dalle case editrici. Però non dovrebbe funzionare così, un blog è un diario virtuale, un piccolo rifugio dove ti esponi al mondo e cerchi condivisione e possibilità di parlare con gli altri, confrontarsi proprio come faccio con le mie amiche, parlare di libri fino a tarda sera e entusiasmarsi per questo! Ora come ora tutto sembra ridursi a un guadagno più di tipo materiale che intellettuale. Ma in fin dei conti, come dice la Libridinosa, dovrebbe cambiare la mentalità. Prima di chiedere una collaborazione ho aspettato più di un anno, non mi è saltato per la mente di farlo prima, non mi sembrava corretto!

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  4. Quanto ti capisco e quanto sono d'accordo con te! E comprendo anche i pensieri della mia omonima.... trovare Blog fortemente seguiti ma poveri di contenuto è svilente, deprimente e, in alcuni casi, ingiusto! E' ovvio che un lettore è spinto a iscriversi su blog che sono zeppi di GA, ma a che pro alla fine dei giochi? Dove sta la personalità? Quei lettori leggeranno almeno un 2% degli articoli scritti? Possibile, probabile.. ma ci credo poco! Ora vedo Blog appena nati con si e no 4 post che già si spingono a chiedere collaborazioni e libri, senza comprendere cosa è naturalmente richiesto dall'altra parte... sarò scema io che ho aspettato mesi e mesi, costruendomi un luogo che fosse sufficientemente credibile?
    Concludo con una proposta che risolverebbe questo proliferare: ebook! Se le CE iniziassero a dare SOLO ebook a TUTTI i blogger, ci scommetto!, il numero diminuirebbe drasticamente e, forse, verremmo presi un po' più sul serio!!

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    1. Ciao Cristina! Grazie di essere passata. Verissimo. Sto notando solo ora che le case editrici hanno smesso di mandare copie cartacee, io stessa ne ricevo ormai pochissime. Alla fin fine hanno ragione anche loro, c'è talmente uno sciabordare di blog che non riescono più a capire a chi dovrebbero affidarsi e a chi no. Non è certo un problema irrilevante per loro.

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    2. E' un piacere :) Non voglio essere pessimista, ma oramai ben oltre il 50% dei blog aperti hanno in origine l'unico desiderio di leggere gratis! C'è anche chi lo dice apertamente... e chi è arrivato a scrivermi direttamente in posta per chiedere " Come hai fatto a ricevere libri gratis? " e questo certo non rende credibile il lavoro dei bookblogger e, in modo particolare, di quelli che ci mettono tempo, cuore e passioni con o senza libri gratis.

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  5. Post davvero molto interessante, che fa riflettere...Io non possiedo un blog, ma da lettrice sono d'accordissimo con te. Sono pochi i blog personali e originali che si distaccano da tutto quello che c'è in giro ultimamente. E forse il problema sono proprio le collaborazioni con case editrici...Io sono la prima, davvero la prima, che quando vede un giveaway che mette in palio un bel libro subito corre. E non mi vergogno a dirlo, perchè siamo onesti, chi si lascerebbe scappare un'occasione del genere, soprattutto quando si tratta proprio di quel libro che devi assolutamente leggere? Però allo stesso tempo mi rendo conto che se non ci fossero più case editrici che inviano libri ai blogger e giveaway, forse ci sarebbero più blogger e lettori "veri" che scrivono post e commentano solo per il piacere di farlo.

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    1. Hai assolutamente colto nel segno carissima Anna. I giveaway alla fin fine sono proprio creati per far correre la gente, far in modo che le visualizzazioni salgano alle stelle e così via. Ma non giovano poi così tanto ai blog.

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  6. E' inutile aggiungere altro è già stato detto tutto e concordo pienamente con tutte voi... sto notando anche io che ormai ci stiamo riproducendo come formiche ma la cosa peggiore è che c'è poca inventiva... tutti le stesse rubriche, le stesse recensioni di un libro o gli stessi post di segnalazione per le nuove uscite...neanche nel mondo virtuale riusciamo a non essere le solite pecore della vita reale!

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    1. Ciao Sonia!!
      Infatti, personalmente, penso che il problema più grande sia proprio la mancanza di contenuti veri, non tanto il fatto che vi siano più persone che aprano un blog di libri per espletare la loro passione (tuttalpiù positiva).
      Un abbraccio

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  7. Cara Roby e care tutte. Da lettrice di blog concordo con tutti i vostri commenti: è incredibile il numero di spazi dalle più disparate variazioni del rosa che spuntano come funghi in tutta la blogosfera e che ti fanno credere di essere del tutto rimbecillita: "oddio, ma ci sono appena stata su questo blog: c'è anche lo stesso libro!" "Ma ancora? Si è incantato il tasto refresh? Ho appena letto quest'anteprima!". Rubriche inutili, valide solo come riempitivo (una ci sta, ma non TUTTE!), anteprime (ci sono blog solo di anteprime, a me sale la scimmia quando li trovo), distese di giveaway e blogtour (tra l'altro ne facessero uno su qualcosa che interessa a me). Poi ogni tanto, se proooprio proprio vai a spulciare salta fuori una recensione, ma in realtà è quella dello stesso libro che hai trovato su altri dieci blog uguali.

    Dall'altra parte, da autrice di blog, devo dire che questa cosa non mi disturba per niente. Si, per carità, non è che sputerei sopra ai 3000 follower ma sinceramente è da quando ho aperto il blog nel 2010 che io preferisco quelle poche persone che vengono a trovarmi, che si interessano davvero ai libri che leggo e che magari hanno voglia di lasciare un commento, a migliaia di fantasmi che aspettano solo che tu faccia un giveaway (che tra l'altro io non faccio, quindi tié!). E sono felicissima anche solo di sapere che le persone passano, sbirciano e vanno: non è detto che uno abbia sempre un commento sul libro appena recensito, però se passi è perché quello che scrivo ti interessa. Io per esempio leggo tanto e in proporzione commento davvero poco (e infatti adoro wordpress che mi permette di mettere "mi piace" sotto ai post, cosa che con blogger non si può fare).

    Vabè, tutto questa manfrina (@NotLoved sono peggio di te) per dire che forse anche noi che mettiamo tanto nelle nostre recensioni o anche nel più banale WWW... Wednesday (perché c'è modo e modo ANCHE di fare la rubrica-riempitivo per eccellenza - e che faccio anch'io quando mi ricordo) forse dovremmo semplicemente rilassarci, evitando di farci prendere dalle ansie da prestazione o di scendere a compromessi che non ci convincono per qualche follower in più, ma continuando a fare quello che ci sentiamo. Anche perché, come dice la Libridinosa, quanti dei follower di questi blog sono davvero interessati al contenuto? Che siano riusciti a fare quei numeri per i giveaway o perché si danno man forte tra loro e si seguono a vicenda giusto per aumentarsi i follower, che gusto c'è?

    E poi oh, al massimo ci ritroviamo come le vecchiette all'ospizio a chiacchierare su quanto era bello blogger ai nostri tempi (sul serio, quanto era figo il mio blog su Splinder? Aveva una grafica che non sono mai più riuscita a riprodurre!), a commentarci tra di noi le recensioni perché nessun altro ci fila. A me va bene lo stesso! ;)

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  8. Ciao Roberta ❤
    Purtroppo leggo molto spesso riflessioni di questo genere, ma ci permettono di riflettere e capire che a volte bisognerebbe fare un passo indietro.
    Ho aperto il mio blog due anni e mezzo fa dietro consiglio di due mie care amiche e, nonostante sia abbastanza recente, quando l'ho aperto avevo solo un'intenzione: parlare di libri (e film). Non sapevo che le CE collaborassero con i blogger e fino ad ora non mi sono mai fatta avanti. Penso sia giusto farsi un piccolo esame di coscienza prima di contattare una CE e richiedere una collaborazione. Io, per esempio, non mi sono ancora fatta avanti (non che sia una cosa necessaria, per carità!) perché non mi sento ancora sicura al 100%. Richiedendo una collaborazione, ci si impegna a leggere e recensire (nel nostro caso) un libro, scrivendo qualcosa di logico e consistente, non "Mi è piaciuto, molto bello, leggetelo!".
    Quando sarò sicura e soddisfatta delle mie capacità di recensire, allora forse prenderò in considerazione l'idea di una collaborazione con le CE. Se penso a ciò che è diventato oggi Blogger, un po' di tristezza la provo. Mi rende triste pensare che ci sono persone che aprono un blog con lo scopo di ricevere libri gratis e non con la voglia di condividere i propri pensieri e le proprie opinioni su un titolo.
    Per non parlare della mania dei numeri! Non nego che fa sempre piacere veder salire il numero di lettori fissi, ma se poi nessuno legge ciò che scrivi, che senso ha? Sono contenta di ciò che ho ottenuto finora, meglio pochi ma buoni!

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