Quando a febbraio è uscito in libreria Il mio splendido migliore amico ho enormemente insistito perché divenisse uno dei miei pezzi da esporre nella mia libreria. Mi sono sempre aspettata molto dato anche dal fatto che molte amiche blogger lo elogiavano ampiamente. Purtroppo questo è un problema: aspettarsi molto per poi capire che quel romanzo non mi è piaciuto come è piaciuto ad altri. Scoprire che in realtà non è stato capace di colpirmi come mi sarei aspettata. Ovviamente questa cosa è molto soggettiva, ma prima di scartare l'idea di leggere questo libro, soffermatevi a leggere la mia recensione o per lo meno qualche altra più positiva come quella del blog Briciole di Parole di Rosa.
IL MIO SPLENDIDO MIGLIORE AMICO
Recensione
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Alice
nel paese delle meraviglie dello scrittore Lewis Carroll diviene
incredibilmente un classico senza tempo, capace di fare stragi di cuori.
Perché? Non certamente per una storia d’amore, sia chiaro. Una storia d’amore
che effettivamente manca, non c’è. Sebbene vi siano tantissimi altri tipi di
storie d’amore all’interno. Ogni avventura nel Sottomondo che vive Alice lo
diventa. Ci innamoriamo dei magici avvenimenti, del Cappellaio Matto, del Brucaliffo,
dello Stregatto, della Regina di Cuori… Ci innamoriamo talmente tanto di questi
classici che diventano di ispirazione. Vedi l’opera cinematografica di Tim
Burton (Alice in Wonderland) divenuta subito un cult: spettacolari disegni che
diventano persone vere e tangibili, meravigliosi costumi e stravolgenti
scenografie. Vedi anche il lungometraggio della Walt Disney divenuto un
capolavoro. Insomma, Alice e il suo viaggio nel favoloso paese delle
meraviglie, affascina ancora e tutt’oggi si rinnova.
Il mio splendido migliore amico è l’ennesimo
esempio di come un classico può diventare un bel re-telling, capace di
regalarci attimi di puro svago e di trasportarci letteralmente in un mondo che
non porta certamente il nome di “Terra”. Certo che no.
E’
la protagonista Alyssa, capelli chiari e biondi, occhi azzurri e un misterioso
dono che le permette di udire i sussurri dei fiori e degli insetti, la nostra
narratrice. Ha questo dono che da sempre l’assilla e sconvolge la vita della
sua famiglia, soprattutto le figlie femmine. Un dono contro cui combatte per
non finire al manicomio esattamente come è successo a sua madre Alison e a
tutte le sue discendenti. Non è in realtà un caso che lei possa effettivamente
avere questo dono, sì perché la sua quadrisavola è proprio Alice Lindell, la
famosa bambina andata e tornata dal Sottomondo.
Anita G. Howard, dopo un lungo prologo dove
conosciamo la faticosa vita di Alyssa, ci trasporta nuovamente nel Paese delle
Meraviglie, riscrivendo l’avventura di Alice in chiave Gotica e un po’ più
spaventosa di come ce la ricordavamo dopo Lewis Carroll. Avventure che non
hanno nulla di goliardico in confronto all’originale, nulla che rimandi
all’innocente scoperta fatta da Alice. Forse solamente le atmosfere e i luoghi
comuni che ci appaiono nella mente più vividi che mai, in modo talmente
sorprendente da credere quasi di essere prigionieri di un incantesimo. I
personaggi sono gli stessi ma mutano, cambiano di prospettive. Il nome
Netherling riecheggia per tutta la durata del romanzo. Creature dai mistici
poteri che abitano il Paese delle Meraviglie, animali improbabili dalle
svariate fattezze e mostri spaventosi. Un viaggio, quello di Alyssa e Jeb,
tutt’altro che semplice. Prove contro cui misurarsi, torti da recuperare, personaggi
da salvare.
Il
nuovo Paese delle Meraviglie descrittoci dall’intrigante penna di A.G. Howard è
un pandemonio di dimensioni colossali, arricchito da quel tanto mistero e da un
sapiente intrecciarsi di coincidenze, verità distorte e infami scopi da perseguire.
Il
Paese delle Meraviglie sussurra ad Alyssa, le chiede di tornare per poter
rimettere a posto ciò che la sua antenata Alice ha scombinato. Ma cosa è
successo veramente? Lo stesso Morheus, suo amico d’infanzia, ha in serbo per
lei un sentiero da percorrere e un piano da realizzare. Fino a giungere alle
sconcertanti verità sulla stessa Alyssa e chi in realtà lei sia. Scoperte che
non potevamo proprio immaginarci e probabilmente è questa la miglior qualità
dalla narrativa proposta dalla Howard. O forse anche per quel pizzico di
romanticismo che ci mancava. Sebbene il trio amoroso non funzioni poi così
tanto bene, ci scopriamo più sollevati e felici nel finale a lieto fine.
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"Tutti i
sentimenti che ho represso per tanto tempo esplodono
e si contorcono dentro di
me come anguille elettriche, folgorandomi di vita"
Be', non direi il miglior modo di esprimere romanticismo! Effettivamente l’amore passa in secondo piano considerando l’avventura fuori dal comune in cui ci immergiamo capitolo dopo capitolo. Un amore che non ci conquista completamente (anche se ho come l’impressione che sia molto soggettivo), un amore che non è assolutamente dolce ma più amarognolo a tratti, e bizzarro. Bizzarro, d'altronde, come gli incontri e le usanze surreali del Paese delle Meraviglie.
In genere i personaggi sono molto ben distinti e colorati nei loro caratteri e nel loro modo di vestire e di atteggiarsi. La figura di Morpheus è probabilmente quella messa più in risalto nonostante sia Alyssa la protagonista, e questo destabilizza leggermente l’attenzione sulla storia poiché non capiamo che piega possa prendere. Un personaggio molto misterioso e a volte contradditorio, sicuro di sé e anche un po’ arrogante. Talvolta il personaggio di Morpheus risulta quasi antipatico per via delle tante esagerazioni che ogni volta commette. Mentre Alyssa appare ai nostri occhi come una persona innocente e pragmatica allo stesso tempo, a volte troppo ingenua, e questo ci fa arrabbiare.
Il personaggio di Jeb, invece, viene messo in secondo piano, nascosto nell’ombra di Morpheus e Alyssa, sebbene rimanga comunque un personaggio utile alla trama e alla stessa protagonista. Gli altri personaggi che si sperava avessero più valore come il cappellaio matto, la lepre marzolina e lo stregatto, cambiano connotati prendendo un’altra forma e comparendo nella storia solo per poche pagine. Peccato!
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“Jeb è stabile,
forte e sincero; è il mio cavaliere dall’armatura scintillante.
Morpheus è
egoista, inaffidabile e misterioso: il caos in persona. Non c’è paragone tra i
due.
Eppure io assomiglio a entrambi e in me convivono tutte quelle
caratteristiche.
Sono allo stesso tempo luce e oscurità.”
Punto debole del libro è sicuramente la traduzione della sua casa editrice Newton&Compton. Il racconto appare più freddo di quanto non sia, le frasi rigide e i discorsi troppo statici. Addirittura nei primi capitoli la storia sembra quasi non decollare e lo stesso testo con qualche errorino di editing non invoglia totalmente alla lettura. Fortunatamente recupera più avanti nel cuore della trama.
Altra incognita che rende perplessi ad una sola prima occhiata è il titolo italiano dato a Splintered (da Splinter = scheggia): Il mio splendido migliore amico. Titolo a mio personale avviso più adatto ad un romanzo rosa che ad un Young Adult dalle sfumature horror, perché alla fine… dov’è questo migliore amico? Il fatto che Morpheus venga definito da Alyssa come un suo caro amico d’infanzia che poteva incontrare solo nei suoi sogni (da qui il nome Morfeo, dio del sonno), non rende credibile fino in fondo il loro strano rapporto. Solamente per il fatto che noi stessi non abbiamo vissuto questa infanzia non la rende credibile, probabilmente se ci fosse stato un prologo con un’Alyssa bambina avremmo avuto modo di affezionarci veramente a questa amicizia e a piangere e a gioire nei momenti opportuni del libro. Cosa che invece non avviene, purtroppo, lasciandoci soli senza un insegnamento o una morale che solitamente un buon libro dona al lettore che sa coglierlo.
Per terminare, Il mio splendido migliore amico è stato veramente esaltato come il libro dell’anno, il re-telling perfetto, ma che invece non è nulla di più di un bel libro capace di intrattenerci con le sue ben 400 pagine. Bellissimo il design grafico della cover realizzata da Alessandro Tiburtini che prende come immagine di copertina una foto di Nathalia Suellen. Quando si dice “mai giudicare dalla copertina”: Il mio splendido migliore amico è ovviamente tra questi.
VOTO: 3,5 stelle /su 5
SPLINTERED SERIE
1. Il mio splendido migliore amico (Febbraio 2015)
1,5. The moth in the mirror
2. Tra le braccia di Morfeo (Ottobre 2015)
3. Ensnared
4. Untamed
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Anita Grace Howard vive nel nord del Texas. Adora nella scrittura mescolare la malinconia e il macabro e rovesciare l'atteso nell'inatteso; trae ispirazione per le sue storie da tutte le cose imperfette. Cerca sempre di dar vita a personaggi che raccontino ogni sfumatura degli esserei umani e poi, per dare un brivido in più ai lettori, di diverte a mettere sottosopra il loro mondo. E' sposata e madre di due figli.
Ciao cara ♡ Ho finito questo libro giusto ieri e devo ammettere che sono d'accordo con te in vari punti!
RispondiEliminaL'inizio l'ho trovato parecchio bruttino, probabilmente a causa della traduzione, ma per fortuna grazie alla trama è decollato! Devo dire che alla fine mi è piaciuto e non vedo l'ora di leggere il seguito *-*
Allora corri in libreria! Il secondo volume è uscito proprio questo ottobre. Magari anche io lo leggerò! ^^ Un abbraccio.
RispondiEliminaA me è piaciuto tantissimo, infatti non vedo l'ora di avere tra le mani il seguito e leggerlo!!
RispondiEliminaGrreat reading
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